Morì un uomo, quella notte descrive gli incontri nel carcere di Pretoria tra Eugene de Kock, comandante degli squadroni della morte durante il regime dell’apartheid, e l’autrice, psicoanalista sudafricana. Si resta colpiti dal coraggio intellettuale, emotivo e morale di questa donna, nera, che sceglie di entrare in un carcere di massima sicurezza, di incontrare il pluriassassino bianco definito Prime Evil e di confrontarsi con gli aspetti umani complessi di chi ha agito violenza e distruzione ed ora, in prigione, è disposto ad accettare il confronto con il nemico e a parlare di sé. Un libro avvincente, con momenti di notevole intensità, paragonabile per importanza a La banalità del male di Hannah Arendt e a I sommersi e i salvati di Primo Levi.
Le livre décrit les rencontres, au sein de la prison de Prétoria, entre Eugène de Kock, commandant des escadrons de la mort durant le régime de l’apartheid, et l’auteur, une psychanalyste jungienne. On reste saisi par le courage intellectuel, émotif et moral de cette femme, noire, qui choisit d’entrer dans une prison sous haute surveillance, d’y rencontrer le tueur en série blanc surnommé le Prime Evil et de se confronter aux aspects humains complexes qui sont à l’origine de la violence et de la destruction de cet homme qui, une fois en prison, a accepté de se confronter avec l’ennemi et de parler de lui-