€20,00
postfazione di Andrea Scardovi
Collana: Psiche e dintorni
pagine: 150
dimensioni: 14,8x21cm
Copyright © 2015 Fattore Umano Edizioni
euro 20,00
ISBN: 9788890722844
Sogno, Mito, Poesia è un libro che raccoglie tre saggi di Otto Rank.
“Nelle pieghe e arditezze interpretative degli scritti qui presentati sul sogno, Rank coglie l’esperienza del limite, l’applicazione del sapere a confini sempre nuovi ed affini, l’apertura ad orizzonti incerti ma non indefiniti. Nell’interrogarsi sui confini della propria ricerca interpretante, si imbatte “nell’ombelico del sogno” dove non si sa bene se il fermarsi sia più saggio o più timorato” (dalla prefazione di Francesco Marchioro)
Sogno, Mito, Poesia è un libro che raccoglie tre saggi di Otto Rank.
L’autore nasce a Vienna nel 1884. Dopo essersi dedicato allo studio della letteratura, della filosofia, dell’arte, incontra nel 1906 Freud, a cui consegna il suo primo lavoro psicologico: L’artista. Subito Freud ne comprende il talento, lo include nella cerchia dei suoi amici ed allievi più affezionati. Rank raggiunge ben presto un alto grado di cultura psicoanalitica divenendo l’autore più competente e prolifico sulle applicazioni della psicoanalisi all’arte, alla letteratura e alla mitologia. Nel 1924 pubblica il suo lavoro più importante, Il trauma della nascita, che viene accolto come una sconfessione della teoria freudiana del complesso edipico, poiché per la prima volta porta al centro della conoscenza psicoanalitica la vita prenatale e la relazione madre-bambino. Dopo Vienna, opera come analista a Parigi e a New York, dove muore nel 1939.
Sogno, mito, poesia è curato da Francesco Marchioro ed è diviso nelle seguenti parti:
“Nelle pieghe e arditezze interpretative degli scritti qui presentati sul sogno, Rank coglie l’esperienza del limite, l’applicazione del sapere a confini sempre nuovi ed affini, l’apertura ad orizzonti incerti ma non indefiniti. Nell’interrogarsi sui confini della propria ricerca interpretante, si imbatte “nell’ombelico del sogno” dove non si sa bene se il fermarsi sia più saggio o più timorato” (dalla prefazione di Francesco Marchioro).
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